ABUSO EDILIZIO IN ZONA VINCOLATA. AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA ‘IN SANATORIA’. L’OBBLIGO DI COMUNICAZIONE DEI MOTIVI OSTATIVI EX ART. 10 – BIS L N. 241/90 E’ RIFERIBILE AL PARERE VINCOLANTE DELLA SOPRINTENDENZA E NON SOLO AL DINIEGO FINALE
Con una recente sentenza, il TAR di Brescia -nel ribadire l’immediata impugnabilità degli atti endoprocedimentali laddove comportino un arresto della procedura- ha deciso di aderire alla tesi interpretativa secondo la quale il preavviso di rigetto deve essere reso prima dell’espressione del parere negativo definitivo della Soprintendenza (e non solo prima del diniego definitivo, che risulta vincolato al parere della Soprintendenza stessa); trattasi, infatti, di istituto di applicazione generale ed, inoltre, è proprio il parere negativo della Soprintendenza l’atto di contenuto sostanzialmente decisorio rispetto al quale l’adempimento prescritto dall’articolo 10 bis della legge 241/1990 consente all’interessato di fornire il proprio contributo partecipativo al fine di superare la posizione ostativa all’accoglimento della sua istanza di accertamento di compatibilità paesaggistica (T.A.R. Lombardia, Brescia, sez. I, 23 dicembre 2022, n. 1360).
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DIRITTO AMMINISTRATIVO – AMMISSIBILE LA VALUTAZIONE POSTUMA DI COMPATIBILITA’ PAESAGGISTICA PER ABUSI ANTE 2006
Una recente decisione del TAR Lombardia, Sez. Brescia (n. 1220/2022 pubblicata il 2.12.2022), con una motivazione articolata e puntuale riconosce che la sanatoria paesistica è possibile per gli abusi ante 2006, in quanto si tratta di abusi ai quali si applica il regime più favorevole in vigore prima delle modifiche introdotte dall’art. 27 comma 1 del Dlgs. 157/2006. La disciplina della sanatoria rimane infatti ancorata al momento storico della realizzazione delle opere abusive. L’ancoraggio alla disciplina anteriore discende dalla considerazione che le norme sulla sanabilità degli abusi paesistici hanno natura sostanziale, in quanto attengono al patrimonio giuridico incorporato nel fondo al momento della trasformazione non assentita. Per il principio di certezza del diritto, devono quindi rimanere applicabili anche nel successivo e più severo regime sanzionatorio (v. TAR Brescia Sez. II 8 luglio 2013 n. 650).
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BONIFICHE. ASSUNZIONE IMPEGNI DA PARTE DEL SOGGETTO NON RESPONSABILE. OBBLIGO DI ULTIMARE LE OPERE
il TAR Milano ha ribadito che l’assunzione volontaria dell’obbligo di caratterizzazione o di bonifica da parte del proprietario interessato gli impone di portare a termine gli impegni assunti, senza potervisi sottrarre; egli tuttavia può rivalersi nei confronti del responsabile dell’inquinamento per le spese sostenute; al contempo l’Amministrazione Pubblica ha comunque il potere/dovere di individuare il responsabile dell’inquinamento, in capo al quale permane l’obbligo di porre rimedio all’inquinamento stesso (TAR Lombardia, MIlano, sez. III, 24 Gennaio 2022, n. 156)
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AUTORIZZAZIONE EX ART 208 PER TRATTAMENTO RIFIUTI. EFFICACIA LIMITATA NEL TEMPO DELLA VARIANTE URBANISTICA
Recentemente il TAR Lombardia, Sez. Milano ha affermato che la variante urbanistica connessa all’autorizzazione ex art. 208 del T.U sull’Ambiente ha validità limitata al tempo di efficacia della autorizzazione stessa.
Pur se tale cicostanza non emerge espressamente dal testo della norma, secondo il giudice amministrativo, si rinvengono nel sistema una serie di indici che inducono a qualificare come temporanea e provvisoria la variazione dello strumento urbanistico, ancorandone la durata a quella del presupposto provvedimento autorizzatorio, alla cui scadenza deve ritenersi automaticamente ripristinata la previgente destinazione urbanistica dell’area con tutte le connesse conseguenze (TAR Lombardia, Milano, sez. III, del 24 gennaio 2022, n. 155)

AMBIENTE – OBBLIGO DI BONIFICA – RESPONSABILITA’ DELLE HOLDING
Il Consiglio di Stato ha recentemente affermato che l’accertamento delle responsabilità dell’inquinamento non si deve fermare all’individuazione “dell’autore materiale” della condotta di inquinamento laddove faccia parte di un gruppo più ampio, ma questo può essere esteso ai soggetti che hanno il controllo della fonte di inquinamento in virtù di poteri decisionali, o che rendono comunque possibile detta condotta in forza della posizione giuridica che rivestono all’interno dei rapporti con il diretto inquinatore. Infatti, la concezione sostanzialistica di impresa sviluppatasi a livello europeo in materia di tutela della concorrenza può trovare ingresso anche in altri settori nei quali, a fronte di una pluralità di imprese facenti parte di un gruppo, può essere comunque individuata una identità economica del gruppo con un conseguente beneficio derivante alla holding e, quindi, al gruppo nel suo insieme dall’attività di una controllata (Consiglio di Stato, Sez. IV, 17 del 12 gennaio 2022, n. 217).
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EDILIZIA E URBANISTICA – TRASLAZIONE SEDIME EDIFICIO -DIFFORMITA’ – VARIAZIONE NON ESSENZIALE
EDILIZIA E URBANISTICA – TRASLAZIONE SEDIME EDIFICIO -DIFFORMITA’ – VARIAZIONE NON ESSENZIALE.
Una recente sentenza del TAR Brescia, afferma che la mera traslazione del posizionamento di un edificio espressamente previsto dalla pianificazione generale e di dettaglio in zona completamente urbanizzata non configura un’ipotesi di lottizzazione abusiva, ma, al più, di variazione essenziale ai sensi dell’art. 32 del DPR 380/2001, che, alla lettera c) richiama proprio la “localizzazione dell’edificio sull’area di pertinenza”; la norma regionale lombarda non contiene analogo inserimento tra le variazioni essenziali, per cui in Regione Lombardia, la mera traslazione del fabbricato si deve configurare come una “difformità parziale” (TAR Lombardia, Brescia, Sez. II, 30 dicembre 2021, n. 1146).
Read MoreINTERDITTIVA ANTIMAFIA NEI CONFRONTI DI PERSONA GIURIDICA – IMPUGNAZIONE – LEGITTIMAZIONE DI AMMINISTRATORI E SOCI
L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha stabilito che gli amministratori ed i soci di una persona giuridica destinataria di interdittiva antimafia non sono titolari di legittimazione attiva all’impugnazione del provvedimento stesso (Cons. St., Ad. Pl., 28 gennaio 2022 n. 3).
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CONTRATTI PUBBLICI -REQUISITI PROFESSIONALI – QUALE RILEVANZA PER CODICE ATECO E OGGETTO SOCIALE – VALUTAZIONE AMPIA IN CONCRETO
Il Consiglio di Stato ha recentemente ribadito che la classificazione ATECO assolve ad una mera classificazione ai fini statistici, fiscali e contributivi delle attività economiche che l’imprenditore dichiara di svolgere, senza alcun valore costitutivo né ricognitivo del titolo abilitativo allo svolgimento dell’attività, né dell’attività concretamente espletata, che può essere ricostruita soltanto facendo riferimento all’oggetto sociale, alle licenze possedute ed a quanto effettivamente svolto dal singolo esercizio commerciale (Cons. St., sez V, 20.1.2022, n. 366).
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APPALTI PUBBLICI PERDITA REQUISITI EX ART. 80 CODICE CONTRATTI – SOSTITUZIONE MANDANTI E MANDATARI IN SEDE DI GARA
L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 2/2022 ha stabilito che la modifica soggettiva del raggruppamento temporaneo di imprese, in caso di perdita dei requisiti soggettivi di partecipazione di cui all’art. 80 del Codice dei contratti pubblici da parte del mandatario o di una delle mandanti, è possibile non solo in sede di esecuzione del contratto, ma anche in fase di gara; in tal senso depone una corretta interpretazione l’art. 48, commi 17, 18 e 19-ter del medesimo Codice.
Read MoreRIFIUTI. ORDINE DI RIMOZIONE AI SENSI DEL TESTO UNICO DELL’AMBIENTE. OBBLIGHI DEL CURATORE FALLIMENTARE
L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, interessata della questione ha stabilito che ricade anche sulla curatela fallimentare l’onere di ripristino e di smaltimento dei rifiuti di cui all’art. 192 d.lgs. n. 152 del 2006 e i relativi costi gravano sulla massa fallimentare, anche se la stessa non è responsabile dell’abbandono degli stessi. La presenza dei rifiuti in un sito industriale e la posizione di detentore degli stessi, acquisita dal curatore dal momento della dichiarazione del fallimento dell’impresa, tramite l’inventario dei beni dell’impresa medesima ex artt. 87 e ss. L.F., comporta, infatti, la sua legittimazione passiva all’ordine di rimozione (Cons. St., Ad. Plen., n. 3 del 26 gennaio 2021).
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